
ANSA/TINO ROMANO
La Commissione UE ha discusso le recenti relazioni del Comitato europeo per la prevenzione della tortura con l’Italia, focalizzandosi sui diritti umani nei centri di detenzione. Il monitoraggio dell’attuazione delle raccomandazioni UE prosegue, dopo la visita nei CPR italiani
La Commissione Europea ha intrapreso un monitoraggio approfondito delle condizioni di detenzione nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR) in Italia. Questo intervento è scaturito da una relazione del Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa, che ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alle violazioni dei diritti umani nei CPR italiani. Il commissario Ue agli Interni, Magnus Brunner, ha discusso questa questione all’interno di un gruppo di lavoro dedicato ai rimpatri, in risposta a un’interrogazione presentata da diversi partiti, tra cui Avs, M5s e Pd.
Monitoraggio delle Condizioni nei CPR
La relazione, frutto di una visita ai CPR di Milano, Gradisca, Potenza e Roma tra il 2 e il 12 aprile 2024, ha messo in luce gravi problematiche legate alla salute e al trattamento delle persone detenute. Durante l’incontro, Brunner ha sottolineato l’importanza di monitorare l’implementazione delle raccomandazioni formulate dal Consiglio nel 2021, a seguito di una valutazione delle condizioni di Schengen in Italia.
Protocollo con l’Albania
Un ulteriore aspetto di rilievo è il protocollo firmato dall’Italia con l’Albania, relativo alla gestione dei rimpatri. Brunner ha chiarito che l’attuazione di questo protocollo deve aderire alle normative europee, garantendo che i diritti delle persone coinvolte non siano compromessi. Ogni azione intrapresa deve seguire le garanzie previste dal diritto nazionale e dagli obblighi internazionali.
Preoccupazioni dell’Unione Europea
Queste dichiarazioni evidenziano la crescente preoccupazione dell’Unione Europea riguardo al trattamento dei migranti e alla necessità di garantire che le condizioni di detenzione siano conformi agli standard di diritti umani. La Commissione non solo monitora i CPR, ma si impegna anche a garantire che le politiche italiane non violino le normative europee. La situazione nei CPR rimane un tema caldo, richiedendo un’attenzione costante da parte delle autorità europee e nazionali.