
ANSA /ELIO DESIDERIO
Sono ripresi gli sbarchi di migranti nella Locride dopo una pausa invernale. Ieri, 25 migranti bengalesi, partiti dalle coste libiche, sono arrivati su una piccola imbarcazione. Sono stati bloccati e trasferiti nel centro di accoglienza gestito dalla Croce Rossa. Questo rappresenta il primo sbarco del 2025 nella zona
Dopo un lungo periodo di stagnazione, dovuto alle difficili condizioni climatiche invernali, gli sbarchi di migranti sono ripresi nella Locride, in particolare a Roccella Ionica. Questa mattina, poco prima dell’alba, un gruppo di venticinque migranti, tutti di nazionalità bengalese, ha raggiunto le coste italiane, segnando il primo sbarco dell’anno nella zona.
I migranti, partiti dalle coste libiche, hanno viaggiato a bordo di una piccola imbarcazione di meno di dieci metri. Nonostante il lungo e pericoloso viaggio, che avrebbe dovuto esporli a controlli in mare, sono riusciti a giungere in modo autonomo. Una volta approdati, la loro barca si è arenata su una spiaggia periferica del lungomare, dove, dopo aver abbandonato il natante, si sono diretti verso il centro abitato. Qui sono stati notati da alcuni passanti e frequentatori mattinieri.
Intervento delle Forze dell’Ordine
L’allerta è scattata rapidamente e le forze dell’ordine sono intervenute, bloccando i migranti e conducendoli al centro di primo soccorso e accoglienza attivo presso il Porto “Delle Grazie”. Questo centro è gestito da volontari della Croce Rossa e un’equipe di Medici Senza Frontiere, che offrono assistenza sanitaria e supporto logistico ai nuovi arrivati. Fortunatamente, i migranti sono stati trovati in buone condizioni di salute, nonostante le dure condizioni del viaggio.
Un Evento Significativo
L’arrivo di oggi rappresenta un evento significativo, poiché nel 2024 gli sbarchi a Roccella Ionica erano stati poco più di trenta, con circa 1.500 arrivi complessivi di persone provenienti da diverse nazionalità. Questo primo sbarco del 2025 potrebbe segnalare un aumento degli arrivi nella regione, un fenomeno che richiede attenzione e coordinamento tra le autorità locali e le organizzazioni umanitarie. La situazione attuale, segnata da crisi geopolitiche e difficoltà socio-economiche nei paesi d’origine, continua a spingere molti a intraprendere viaggi pericolosi in cerca di un futuro migliore.