ANSA / DOMENICO PALESSE
Il deputato Fabio Porta denuncia la situazione nei centri per migranti in Albania, affermando che solo 100 migranti su 3000 previsti sono stati accolti in sei mesi. Secondo Porta, si tratta di una messinscena propagandistica, mascherante un’operazione fallimentare e costosa
Il dibattito sulla situazione dei centri per migranti in Albania sta suscitando preoccupazioni significative, come evidenziato dalle recenti dichiarazioni del deputato del Partito Democratico, Fabio Porta. Durante una missione di verifica, Porta ha descritto la realtà di questi centri come “sconcertante”, mettendo in luce la discrepanza tra le previsioni di accoglienza e i risultati effettivi. Con sole cento persone giunte nei primi sei mesi, rispetto ai tremila migranti al mese previsti, sorgono interrogativi sull’efficacia e sulla funzionalità dell’iniziativa del governo Meloni.
Secondo Porta, i centri in Albania non svolgono un ruolo di accoglienza, ma si limitano a trasferire migranti già detenuti nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) italiani. Questa operazione, a suo avviso, è una mera manovra di propaganda, concepita per dare l’illusione di un controllo sull’immigrazione e di un contrasto alla criminalità. Porta ha definito questa situazione come “una gigantesca messinscena”, sottolineando come il progetto non solo sia fallimentare, ma anche estremamente costoso per le casse dello Stato.
Il deputato ha anche criticato il modo in cui il governo affronta questo tema delicato, utilizzando titoli sensazionalistici che enfatizzano presunti espatri di delinquenti e terroristi. Tuttavia, la realtà è ben diversa. Porta ha chiesto al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e al vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, di fornire pubblicamente dati sui migranti trasferiti, evitando di alimentare una narrazione fuorviante.
Le osservazioni di Porta si inseriscono in un contesto più ampio riguardante l’efficacia delle politiche migratorie italiane. La questione dei diritti dei migranti è fondamentale, e molti esperti avvertono che misure inefficaci e costose non fanno altro che aggravare la situazione. La richiesta di maggiore trasparenza da parte del Partito Democratico riflette un desiderio di responsabilità e attenzione ai diritti umani in un contesto così complesso e delicato.